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Notizie Giuridiche

» Esame di Stato: l'esclusione scatta anche con il cellulare non utilizzato
17/11/2025 - Redazione

Possesso del cellulare in sede d'esame

Con la sentenza n. 7341/2025, il Consiglio di Stato chiarisce che la semplice detenzione di un dispositivo elettronico non autorizzato durante una prova pubblica legittima l'immediata esclusione del candidato, anche quando non risulta alcun utilizzo concreto del cellulare.
Secondo i giudici, ciò che viene violato è il rapporto fiduciario che deve caratterizzare ogni procedura valutativa, fondato sull'osservanza rigorosa delle regole e sulla tutela della parità di trattamento.

La rilevanza della fiducia nell'esame pubblico

Il Collegio afferma che l'affidabilità dell'esame non si misura solo attraverso l'assenza di irregolarità materiali, ma anche tramite la salvaguardia dell'integrità del procedimento.
Il possesso occulto di un cellulare rappresenta una potenziale possibilità di elusione delle regole e, per questo, compromette l'equilibrio di fiducia che sorregge la valutazione pubblica.

La decisione sottolinea che il merito non può prescindere dal rispetto formale delle prescrizioni: la correttezza delle prove non ammette eccezioni fondate su elementi soggettivi o emotivi.

L'immaturità del candidato non giustifica deroghe

Nel caso esaminato, la candidata aveva consegnato un telefono, ma ne tratteneva un secondo, nascosto. L'intervento della commissione aveva portato alla sua esclusione, poi sospesa in sede cautelare per consentirle di completare l'esame.
La fase di merito, tuttavia, ha confermato la sanzione: l'età, la situazione emotiva o eventuali stati d'ansia non possono trasformarsi in un motivo di deroga alla disciplina dell'esame.

Per il Consiglio di Stato, la violazione non si identifica con la condotta materiale di copiare, ma con la compromissione del patto di lealtà tra candidato e amministrazione.

Tecnologia e tutela della trasparenza amministrativa

La pronuncia evidenzia come l'evoluzione tecnologica renda necessario un controllo sempre più rigoroso degli strumenti che possono compromettere la genuinità delle prove pubbliche.
Il divieto di detenere dispositivi elettronici non è considerato un mero adempimento tecnico, ma una misura a tutela dell'equità e della trasparenza del procedimento amministrativo.

Viene riaffermato il principio per cui la proporzionalità della sanzione deve essere valutata alla luce della funzione dell'esame: garantire uguali condizioni per tutti i partecipanti.

Perché l'esclusione è considerata legittima

Nel sistema delle prove pubbliche, la sanzione non mira a punire l'effettivo danno prodotto, ma la lesione del valore comune della parità.
Il candidato che si pone nella condizione di violare le regole — anche senza averle concretamente infrante — mina la credibilità dell'intero procedimento.

La sentenza ribadisce così una visione in cui la legalità assume un ruolo di tutela dell'interesse collettivo, ricordando che l'osservanza delle regole è il presupposto essenziale della fiducia pubblica.

[Fonte: www.studiocataldi.it]

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