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Notizie Giuridiche

» Onda atlantica
09/11/2025 - Angelo Casella


Evidente infatti che, anziché affrontare una lunga e difficoltosa campagna lungo tutto lo Stivale, tra montagne scoscese e strette valli, sarebbe stato ovvio uno sbarco all'altezza di Genova, così da tagliare la Penisola fino all'Adriatico, costringendo in tal modo le armate tedesche, prive di adeguato supporto aereo e navale, ad arrendersi rapidamente.

Viene quindi spontaneo chiedersi quali motivazioni siano a base della particolare decisione in discorso.

Da un lato, sono ben note le datate mire statunitensi al controllo del Mediterraneo e ai relativi traffici commerciali. Plausibile dunque (e non mancano conferme strategiche in tal senso) che gli statunitensi coltivassero l'intenzione di occupare stabilmente la Sicilia per poi distaccarla dall'Italia e farne un proprio avamposto.

In questo contesto, un ruolo di rilievo è stato svolto dalla mafia. Come è noto, la mafia, sollecitata dalla CIA, ha favorito lo sbarco alleato convincendo gran parte delle truppe italiane a non sparare un colpo e, successivamente, ad agevolare l'insediamento della amministrazione americana fornendo i nominativi ritenuti collaborativi.

La mafia insediata negli Usa, in realtà, è sempre stata utilizzata dai servizi di intelligence americani sia per operazioni "sporche", sia per addebitarle formalmente quelle effettuate direttamente, sia altresì per commerciare droga, ove occorresse finanziare attività non "ufficializzabili", come nel caso, ben noto, dei "Contras", e, in genere, per sostenere movimenti incaricati di realizzare colpi di Stato al fine di insediare personaggi favorevoli agli stessi Usa. In sostanza, dunque, per la CIA la mafia costituisce uno strumento di governo stabilmente utilizzato per gestire la cosa pubblica e, in qualche misura, inserito poi anche in Italia, creando zone d'ombra nelle quali è stata sviluppata la c.d. "stagione delle stragi".

Questi orientamenti disinvolti possono aver suggerito ai vertici statunitensi il progetto di estendere questo schema di collaborazione dalla Sicilia a tutto il Paese, realizzando una espansione certamente gradita ai vertici mafiosi e sicuramente attraente per gli americani stessi, nella prospettiva di conquistare le simpatie e i favori del popolo italiano, nell'ottica di una valenza politica. In la modo, l'avamposto non era più la Sicilia, ma l'intera Penisola. Ed in effetti, è stato rilevato nei militari americani (già presentatisi subito come i grandi "liberatori"), un atteggiamento verso la gente particolarmente disponibile, cordiale e socievole, sempre attento anche a fornire una immagine del loro Paese molto positiva. Una operazione di propaganda nella quale un preciso ruolo è stato svolto inondando le sale cinematografiche con pellicole magnificanti gli Usa.

Sotto certi profili, questa impostazione ideologica traspare anche dal Trattato di Pace del 1947 (di cui alcune clausole sono ancora, inaccettabilmente, tenute segrete) dal quale emerge l'evidente intento di ridurre la rilevanza internazionale del Paese Italia, rimpicciolendolo, restringendone vergognosamente i confini e privandolo addirittura di aree storicamente sempre appartenutile, come Istria, Dalmazia, Mentone, Colle di Tenda, ecc. e imponendo poi ben 120 basi militari statunitensi (oltre a 20 segrete). Praticamente una ogni 10 chilometri per tutta la lunghezza dello Stivale. Gli Usa hanno successivamente esercitato una penetrante influenza sul mondo politico italiano per sceglierne sempre i vertici e per orientare l'elettorato allontanandolo da eventuali seduzioni di "sinistra". E ciò è avvenuto sia creando strutture ai limiti della legalità, come Gladio e Stay Behind, sia con interventi specifici. I servizi segreti italiani sono stati posti sotto il controllo della CIA (emblematico il caso Abu Omar). Secondo alcuni, emergerebbe una diretta responsabilità degli Usa non solo nell'assassinio di Aldo Moro, di Piersanti Mattarella, di Falcone e Borsellino e di Dalla Chiesa, ma anche degli "anni di Piombo", della strage di Bologna, della creazione delle Brigate Rosse, ecc.. In effetti è sicuramente riscontrabile nella amministrazione Usa una vera ossessione contro l'eventualità dell'insediamento di un governo di "sinistra" in Italia non solo per la conseguente perdita del controllo sul Paese, ma altresì per scongiurare un possibile "effetto domino" presso i Paesi europei.

L'incontenibile ossessione statunitense ad espandere la propria influenza su tutto il pianeta, scatenando anche guerre sanguinose costate milioni di morti (v. Corea, Vietnam, Iraq, Afghanistan, Libia, Serbia, oltre a decine di conflitti minori, non sembra cessare (v., oggi, il caso Venezuela). Questo assillo bellico non riflette direttamente un desiderio di espansione territoriale. A parte i vantaggi interni dello stimolo all'economia, queste guerre mirano soprattutto a mettere le mani su risorse e materie prime (v. il caso del petrolio) e ad acquisire un controllo politico il più esteso possibile. Un secondo obbiettivo, non meno rilevante, è quello di disporre di una influenza diretta sui mercati dove poter così vendere i prodotti nazionali. Il controllo politico consente per l'appunto, come altri (Stiglitz) ha ben sottolineato, di garantire una accoglienza privilegiata al capitale americano ed allo scopo sono stati introdotti anche i c.d. "accordi di libero scambio", che soltanto servono per l'appunto, al di là della seducente espressione verbale, a concedere condizioni di favore alle imprese americane.

In effetti, come evidenziato dalle approfondite analisi di N. Chomsky, tutta la politica Usa, sia sul piano interno che estero, è totalmente dettata dai centri di interesse finanziario e industriale. Il popolo è completamente estraneo a qualsiasi decisione e lo stesso presidente, anch'esso scelto dal capitale, esegue fedelmente gli ordini del capitale.

E' comunque da sottolineare che il comportamento disinvoltamente bellicoso degli Stati Uniti, mette in crisi il concetto stesso di diritto internazionale.

Iniziamo con evidenziare un concetto elementare. E' assiomatico che qualsiasi aggregazione o gruppo, dalla bocciofila agli organismi internazionali, si forma fra soggetti che, di comune accordo, si sottopongono ad un complesso di regole finalizzate al conseguimento del comune obbiettivo. In questa logica, il soggetto partecipante che infrange le regole concordate, per ciò stesso rinnega gli accordi e gli scopi del gruppo, ponendosi automaticamente al di fuori di questo. Così, ad esempio, il cittadino che viola le regole della convivenza compiendo delitti, viene tolto dalla comunità e posto in carcere.

Ciò che viene definito diritto internazionale è, per l'appunto, un insieme di norme che gli Stati hanno creato per regolare i rapporti reciproci, in modo da garantire una pacifica convivenza evitando traumatici scontri bellici.

Dobbiamo rilevare che gli Usa, nei rapporti con gli altri Stati, si sono sempre mossi in modo del tutto arbitrario, sistematicamente calpestando le norme del diritto internazionale. Ove lo ritengano semplicemente opportuno per i loro interessi, scatenano guerre devastanti, rifiutanto di fatto tutte le regole dettate dalle norme internazionali. Questa grossolana arroganza del grande potere militare sul quale sanno di poter disporre, li pone di fatto al di fuori della Comunità internazionale.

Oggi, sono più di trenta i conflitti in essere sul pianeta, tutti generati da interessi specifici del capitale statunitense, che finanzia oppositori, e bande armate.

Da tale comportamento dovrebbe conseguire un atteggiamento di completo isolamento degli Usa da parte di tutti i componenti della Comunità internazionale, con la cessazione di ogni rapporto, commerciale o culturale.

Tutto questo peraltro non avviene in ragione dell'enorme influenza economica degli Usa stessi. Il problema peraltro, nonostante le sue gravissime implicazioni, rimane integro e del tutto irrisolto.

Da notare che anche Israele si comporta senza la più elementare considerazione per le regole della civile convivenza internazionale, bombardando a piacimento tutti i Paesi che dichiara essergli "nemici". Una politica del tutto inaccettabile e inconcepibile sotto ogni profilo. Anche qui, le reazioni internazionali sono appena accennate in quanto Israele è riuscita a controllare buona parte della finanza internazionale e segue altresì una prassi di elargizioni mirate atte a silenziare le voci più influenti sulla opinone pubblica mondiale.

[Fonte: www.studiocataldi.it]

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