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Notizie Giuridiche

» Sanzioni quasi penali e autorità indipendenti: il caso AGCM
05/11/2025 - Aldo Andrea Presutto

I. Premessa

Nel panorama del diritto amministrativo contemporaneo, le autorità amministrative indipendenti occupano un ruolo centrale nella regolazione dei settori strategici e nella tutela di interessi pubblici sensibili. La loro attività sanzionatoria, pur formalmente amministrativa, ha assunto negli ultimi decenni caratteristiche che la avvicinano alla sanzione penale, sia per la gravità economica sia per l'impatto reputazionale sui soggetti coinvolti. Il caso AGCM relativo al cartello sulla componente bio dei carburanti rappresenta un esempio paradigmatico per comprendere le peculiarità delle sanzioni amministrative di tipo "quasi penale".

II. La nozione di sanzioni amministrative quasi penali

Le sanzioni amministrative quasi penali sono misure irrogate da autorità dotate di autonomia funzionale e organizzativa, che pur non essendo giurisdizionali incidono in maniera significativa sull'economia e sulla posizione giuridica dei destinatari. La giurisprudenza europea, in particolare la Corte EDU con la sentenza Engel c. Paesi Bassi, ha chiarito che la qualificazione di "penale" o "quasi penale" dipende dalla sostanza e dagli effetti della sanzione, più che dalla sua forma giuridica. La Corte di Cassazione italiana ha confermato tale approccio, delineando criteri sostanziali per distinguere le sanzioni amministrative ordinarie da quelle che richiedono garanzie analoghe a quelle penali.

III. Le autorità indipendenti nel sistema amministrativo italiano

Autorità come AGCM, Consob, ANAC e Garante Privacy operano al di fuori della gerarchia ministeriale e godono di autonomia funzionale e organizzativa. Questa autonomia consente loro di intervenire con competenza tecnica e imparzialità in settori altamente specializzati. La funzione delle autorità indipendenti non si limita al controllo, ma si estende alla regolazione e alla sanzione, con effetti diretti sul mercato e sui soggetti privati.

IV. Evoluzione storica delle sanzioni amministrative di tipo quasi penale

La progressiva "penalizzazione" del diritto amministrativo sanzionatorio trova origine nella necessità di garantire l'effettività della regolazione in settori complessi e ad alta intensità economica. Con l'istituzione dell'AGCM negli anni '90 e di altre autorità regolatorie, il legislatore ha conferito poteri sanzionatori incisivi, accompagnati da procedure garantiste. La giurisprudenza nazionale ha esteso l'applicazione dell'art. 6 CEDU ai procedimenti amministrativi sanzionatori, imponendo il rispetto del contraddittorio, del diritto di difesa e dell'obbligo di motivazione dei provvedimenti.

V. Natura e ratio delle sanzioni quasi penali

Le sanzioni irrogate dalle autorità indipendenti, pur formali amministrative, assumono natura sostanzialmente penale quando superano soglie economiche rilevanti, incidono sulla reputazione del soggetto sanzionato, derivano da procedimenti complessi con contraddittorio e perseguono finalità deterrenti e repressive. La ratio di tali sanzioni risiede nella necessità di assicurare l'effettività della regolazione, scoraggiare condotte illecite e tutelare il mercato e i diritti fondamentali, rappresentando strumenti di enforcement che affiancano e talvolta anticipano l'intervento giurisdizionale.

VI. Il caso AGCM: il cartello sulla componente bio

Il 23 settembre 2025, l'AGCM ha irrogato sanzioni per oltre 936 milioni di euro a sei compagnie petrolifere italiane (Eni, Esso, IP, Q8, Saras, Tamoil) per aver costituito un cartello anticoncorrenziale sulla componente bio dei carburanti, attivo tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2023. Le compagnie si sono coordinate per determinare il valore della componente bio, scambiandosi informazioni sensibili e definendo strategie comuni, con l'obiettivo di ridurre la concorrenza e mantenere prezzi più elevati per il consumatore finale. L'intesa ha violato l'art. 2 L. 287/1990 e l'art. 101 TFUE, producendo effetti distorsivi sul mercato, limitando la concorrenza e causando un danno economico ai consumatori. L'indagine è stata avviata grazie alla segnalazione di un whistleblower, e le prove raccolte hanno confermato la concertazione sistematica tra le società.

VII. Tutela giurisdizionale e garanzie procedimentali

Nonostante la gravità delle sanzioni, il sistema garantisce ampie tutele procedimentali e giurisdizionali. Il soggetto sanzionato può partecipare al contraddittorio e esercitare il diritto di difesa, il provvedimento deve essere motivato, ed è possibile l'impugnazione davanti al TAR e al Consiglio di Stato. L'applicazione analogica dell'art. 6 CEDU e il controllo della proporzionalità da parte del giudice amministrativo assicurano un bilanciamento tra funzione deterrente e tutela dei diritti fondamentali.

VIII. Il dibattito dottrinale e i modelli comparatistici

Sul piano dottrinale, le posizioni divergono sulla qualificazione delle sanzioni quasi penali. Alcuni autori sostengono una netta distinzione tra diritto amministrativo e penale, sottolineando la natura formale delle sanzioni amministrative e la funzione regolatoria prevalente. Altri, invece, evidenziano la crescente sovrapposizione tra caratteristiche penali e amministrative, suggerendo l'adozione di garanzie rafforzate in linea con quelle penali.

In chiave comparatistica, il modello francese prevede sanzioni amministrative con forte carattere deterrente, irrogate da autorità come l'Autorité de la Concurrence, con ampio ricorso al contraddittorio e al controllo giudiziario. Il modello tedesco, invece, conserva una distinzione più netta tra sanzione penale e amministrativa, pur riconoscendo la necessità di strumenti efficaci di enforcement nelle materie economiche complesse. Questi confronti offrono spunti interpretativi utili per il diritto italiano, evidenziando percorsi di armonizzazione delle garanzie procedurali e dell'efficacia sanzionatoria.

IX. Osservazioni conclusive

Il caso AGCM conferma il ruolo centrale delle autorità indipendenti nel sistema di enforcement amministrativo e l'importanza di un equilibrio tra efficacia sanzionatoria e garanzie procedimentali. La qualificazione delle sanzioni come "quasi penali" non solo rafforza la tutela del mercato e della concorrenza, ma impone anche una riflessione sulle garanzie dei soggetti sanzionati e sulle prospettive evolutive di un diritto di confine, che integra norme amministrative e principi penali.

In chiusura, il diritto amministrativo contemporaneo invita alla riflessione: il giurista del futuro dovrà saper navigare tra regole amministrative e garanzie penalistiche, con competenza sistemica e visione operativa.

[Fonte: www.studiocataldi.it]

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