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Notizie Giuridiche

» I patti prematrimoniali nell'ordinamento italiano: la svolta della giurisprudenza
18/08/2025 - Erik Stefano Carlo Bodda

Una riflessione giuridica di capitale importanza per l'evoluzione del diritto di famiglia nel nostro ordinamento. La recente giurisprudenza di legittimità ha infatti segnato un punto di svolta nella disciplina dei rapporti patrimoniali tra coniugi, aprendo scenari inediti che impongono una meditata riconsiderazione dell'intero impianto normativo vigente.

Il Mutamento dell'Orientamento Giurisprudenziale: Una Rivoluzione Silenziosa

La Suprema Corte di Cassazione, con una serie di pronunce che hanno progressivamente eroso le tradizionali resistenze verso l'autonomia privata in ambito matrimoniale, ha delineato un nuovo orizzonte interpretativo che merita la più attenta considerazione da parte della dottrina e della pratica forense. Sebbene non sia ancora emersa dalle nostre ricerche la specifica pronuncia relativa alla coppia mantovana e ai patti prematrimoniali del valore di 146.000 euro, l'evoluzione giurisprudenziale in atto è chiaramente percettibile attraverso una serie di decisioni che hanno progressivamente ampliato gli spazi di autonomia contrattuale tra coniugi.

La Cassazione civile, ordinanza n. 21839/2019, ha infatti stabilito un principio di fondamentale importanza, distinguendo ontologicamente tra la separazione consensuale dei coniugi e gli accordi patrimoniali raggiunti tra gli stessi in occasione della prima. Tale distinzione concettuale ha aperto la strada al riconoscimento di pattuizioni autonome che, pur trovando la loro occasione nella separazione consensuale, non hanno causa in essa, risultando espressione di libera autonomia contrattuale finalizzata a regolare in modo tendenzialmente completo tutti i pregressi rapporti.

L'Inadeguatezza dell'Attuale Quadro Normativo

L'art. 160 c.c., nella sua formulazione attuale, stabilisce perentoriamente che "gli sposi non possono derogare né ai diritti né ai doveri previsti dalla legge per effetto del matrimonio". Tale disposizione, concepita in un'epoca in cui la concezione del matrimonio era improntata a rigidi schemi pubblicistici, si rivela oggi inadeguata a fronteggiare le complesse esigenze della società contemporanea.

La disciplina delle convenzioni matrimoniali, contenuta negli arti. 162 e 163 del codice civile, si limita infatti a regolamentare la scelta del regime patrimoniale e le relative modifiche, senza contemplare la possibilità di accordi più articolati che possano disciplinare aspetti specifici della vita coniugale e delle sue eventuali crisi.

Tale rigidità normativa contrasta palesemente con l'evoluzione sociale ed economica che ha caratterizzato gli ultimi decenni, durante i quali si è assistito a una progressiva emancipazione della donna, all'affermarsi di nuovi modelli familiari e alla crescente complessità dei patrimoni individuali e familiari.

L'Evoluzione Giurisprudenziale

La giurisprudenza di legittimità ha mostrato negli ultimi anni una crescente sensibilità verso le istanze di autonomia privata nell'ambito dei rapporti familiari. Particolarmente significativa appare, in tal senso, la Cassazione n. 20745/2022, che, pur mantenendo un orientamento restrittivo verso gli accordi che fissano il regime giuridico-patrimoniale in vista di un futuro divorzio, ha tuttavia precisato che tale invalidità opera quando gli accordi siano stipulati "in violazione del principio fondamentale di radicale indisponibilità dei diritti in materia matrimoniale di cui all'art. 160 c.c.".

Tale precisazione lascia intravvedere spazi di manovra per accordi che non incidano sui diritti fondamentali del matrimonio ma si limitino a regolare aspetti patrimoniali specifici, purché non contrastino con i principi inderogabili dell'ordinamento familiare.

La più recente Cass. n. 7126/2025, nell'affrontare la complessa tematica dell'assegno divorzile, ha evidenziato come la valutazione del contributo fornito dal coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio comune derivi "dalle decisioni comuni sui ruoli endofamiliari assunte durante il matrimonio, espressione dell'autodeterminazione e autoresponsabilità di coppia". Tale principio di autodeterminazione e autoresponsabilità ben si presta a essere esteso anche alla fase anteriore al matrimonio, giustificando la validità di accordi preventivi che regolino i rapporti patrimoniali futuri.

I Limiti dell'Interpretazione Giurisprudenziale

Nonostante l'apertura mostrata dalla giurisprudenza, permangono significative incertezze interpretative che solo una riforma legislativa organica può definitivamente risolvere. Il principio dell'inderogabilità dei diritti e doveri coniugali continua a rappresentare un ostacolo teorico alla piena ammissibilità dei patti prematrimoniali, costringendo i giudici a complesse operazioni ermeneutiche per giustificare il riconoscimento di tali accordi.

La mancanza di una disciplina specifica genera inoltre problemi pratici di non poco conto: quali sono i limiti di validità di tali accordi? Quali forme devono rispettare? Come si conciliano con la disciplina della separazione e del divorzio? Quali sono i rimedi in caso di inadempimento? Sono tutte questioni che l'attuale quadro normativo lascia irrisolte, affidando alla creatività giurisprudenziale soluzioni che dovrebbero invece trovare fondamento in precise disposizioni legislative.

La Necessità di una Riforma Organica del Codice Civile

Il riconoscimento giurisprudenziale dei patti prematrimoniali, seppur ancora parziale e frammentario, rappresenta un segnale inequivocabile della necessità di una riforma organica del diritto di famiglia. Non si tratta più di una questione meramente accademica, ma di un'esigenza pratica impellente che risponde alle trasformazioni sociali ed economiche della società contemporanea.

Le famiglie moderne presentano spesso situazioni patrimoniali di estrema complessità, con patrimoni preesistenti al matrimonio, attività imprenditoriali, investimenti internazionali che richiedono strumenti giuridici adeguati per la loro gestione e tutela. La rigidità del sistema attuale non solo non risponde a queste esigenze, ma rischia di creare situazioni di incertezza giuridica che possono danneggiare tutti i soggetti coinvolti.

Una riforma del Codice civile dovrebbe introdurre una disciplina specifica dei patti prematrimoniali che ne definisca chiaramente i presupposti, i limiti, le forme e gli effetti. Tale disciplina dovrebbe ispirarsi ai principi di autonomia privata e responsabilità individuale, pur mantenendo le necessarie tutele per i soggetti più deboli del rapporto coniugale.

I Contenuti della Riforma Necessaria

La riforma dovrebbe articolarsi su diversi livelli di intervento. In primo luogo, occorre modificare l'art. 160 c.c., precisando che l'inderogabilità dei diritti e doveri coniugali non si estende agli aspetti patrimoniali che possono essere oggetto di accordi preventivi tra i futuri coniugi, purché tali accordi non contrastino con i principi fondamentali dell'ordinamento familiare.

In secondo luogo, è necessario introdurre una nuova sezione nel Titolo VI del Libro Primo del Codice civile, dedicata specificamente ai patti prematrimoniali, che ne disciplini i contenuti ammissibili, le forme richieste, i limiti di validità e le modalità di modifica.

La disciplina dovrebbe prevedere che i patti prematrimoniali possano regolare: la contribuzione alle spese familiari; la gestione dei beni personali e comuni; le modalità di divisione dei beni in caso di separazione o divorzio; l'eventuale corresponsione di assegni di mantenimento; la tutela dell'attività professionale o imprenditoriale di ciascun coniuge; la disciplina dei rapporti con i figli di precedenti unioni.

Le Garanzie Procedurali e Sostanziali

Una disciplina moderna dei patti prematrimoniali non può prescindere dall'introduzione di adeguate garanzie procedurali e sostanziali. Sul piano procedurale, dovrebbe essere previsto l'obbligo di forma scritta, possibilmente per atto pubblico, e un termine di riflessione tra la stipulazione dell'accordo e la celebrazione del matrimonio, al fine di garantire la piena consapevolezza delle parti circa la portata degli impegni assunti.

Sul piano sostanziale, occorre prevedere limiti alla validità degli accordi che risultino manifestamente iniqui o lesivi dei diritti fondamentali della persona. Particolare attenzione dovrebbe essere riservata alla tutela del coniuge economicamente più debole, prevedendo meccanismi di controllo giudiziale sulla validità e sull'equità degli accordi, nonché la possibilità di revisione degli stessi in caso di mutamento delle circostanze.

L'Esperienza Comparata come Guida

L'esperienza degli ordinamenti che già disciplinano organicamente i patti prematrimoniali offre preziose indicazioni per il legislatore italiano. Il modello francese, che prevede la possibilità di modificare il regime matrimoniale anche dopo la celebrazione del matrimonio, e quello tedesco, che ammette ampi margini di autonomia contrattuale pur mantenendo controlli di equità, rappresentano riferimenti utili per una riforma equilibrata.

Particolarmente interessante è l'esperienza statunitense, dove i prenuptial agreements sono ampiamente diffusi e disciplinati da specifiche normative statali che ne definiscono i requisiti di validità e i contenuti ammissibili, pur mantenendo la possibilità di controllo giudiziale in caso di manifesta iniquità.

Le Resistenze Culturali da Superare

L'introduzione di una disciplina organica dei patti prematrimoniali dovrà necessariamente confrontarsi con resistenze culturali profondamente radicate nella società italiana. La concezione tradizionale del matrimonio come istituzione fondata sull'amore e sulla fiducia reciproca mal si concilia con l'idea di accordi preventivi che regolino gli aspetti patrimoniali della vita coniugale.

Tuttavia, è necessario superare questa visione romantica e riconoscere che la tutela dell'istituto matrimoniale passa anche attraverso la prevenzione dei conflitti patrimoniali che spesso accompagnano le crisi coniugali. I patti prematrimoniali, lungi dal minare la solidità del matrimonio, possono contribuire a rafforzarla, eliminando fonti di tensione e incertezza.

L'Impatto sulla Pratica Professionale

L'evoluzione giurisprudenziale in corso e la prospettiva di una riforma legislativa stanno già modificando profondamente la pratica professionale degli avvocati familiaristi. La consulenza preventiva assume crescente importanza, richiedendo competenze specifiche nella redazione di accordi complessi che devono contemperare le esigenze delle parti con i vincoli normativi esistenti.

La giurisprudenza più recente ha evidenziato come anche nei rapporti patrimoniali tra coniugi operi il principio di solidarietà matrimoniale, che deve essere attentamente considerato nella redazione di accordi prematrimoniali per evitare che risultino inefficaci o contrari ai principi fondamentali dell'ordinamento.

Le Prospettive Future

L'analisi della giurisprudenza più recente lascia intravedere un progressivo consolidamento dell'orientamento favorevole al riconoscimento di forme di autonomia privata nell'ambito dei rapporti familiari. La sentenza del tribunale di Latina n. 793/2025 ha chiarito che gli accordi di separazione personale contenenti reciproche attribuzioni patrimoniali possono configurarsi come espressione di "una sistemazione solutorio-compensativa più ampia e complessiva dei rapporti aventi significati patrimoniali maturati nel corso della convivenza matrimoniale".

Tale principio ben si presta a essere esteso anche agli accordi prematrimoniali, che potrebbero essere qualificati come strumenti di regolamentazione preventiva dei rapporti patrimoniali in vista delle possibili evoluzioni del rapporto coniugale.

Un Cambiamento Necessario e Inevitabile per un diritto al passo con i tempi

La giurisprudenza di legittimità, pur non avendo ancora espressamente riconosciuto la piena validità dei patti prematrimoniali, ha tracciato un percorso interpretativo che conduce inevitabilmente verso tale riconoscimento.

L'evoluzione sociale ed economica della società italiana, l'affermarsi di nuovi modelli familiari e la crescente complessità dei patrimoni individuali rendono ormai improrogabile un intervento legislativo organico.

Il legislatore ha il dovere di cogliere i segnali provenienti dalla giurisprudenza e dalla società civile, introducendo una disciplina moderna e equilibrata dei patti prematrimoniali che concili l'autonomia privata con la tutela dei valori fondamentali della famiglia.

Solo attraverso una riforma organica e lungimirante sarà possibile garantire certezza giuridica a un fenomeno che la giurisprudenza ha già iniziato a riconoscere, evitando che l'Italia rimanga ancorata a concezioni superate mentre gli altri ordinamenti europei si dotano di strumenti normativi sempre più sofisticati per rispondere alle esigenze della società contemporanea.

La strada è tracciata, ora spetta al legislatore percorrerla con la determinazione e la saggezza che questo momento storico richiede, consapevole che il diritto di famiglia si trova a un bivio cruciale per il suo futuro sviluppo.


Avv. Erik Stefano Carlo Bodda - Foro di Torino abilitato alle Giurisdizioni Superiori è titolare dello studio BODDA & Partners, con sedi in Italia e all'estero.

[Fonte: www.studiocataldi.it]

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