Con la sentenza n. 23939/2025, pubblicata dalla quarta sezione penale della Cassazione, è stato nuovamente affrontato il tema della responsabilità colposa nella circolazione stradale, con particolare riferimento ai rapporti tra il principio di affidamento e la prevedibilità del comportamento imprudente altrui.
Il principio di affidamento si fonda sulla regola per cui ogni utente della strada può confidare che gli altri rispettino le norme di prudenza e diligenza. Tuttavia, la Corte ha chiarito che tale principio non è assoluto e trova un limite nel dovere di prevenire i rischi che derivano da condotte imprudenti prevedibili.
Secondo la Cassazione, l'utente della strada deve adeguare la propria condotta non solo alle regole di cautela, ma anche alle circostanze concrete, tenendo conto della possibilità che altri conducenti possano agire con imprudenza.
In particolare, la Corte ha affermato che: "l'utente della strada è responsabile del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della prevedibilità, in tal modo venendosi a temperare, in materia di circolazione stradale, il principio dell'affidamento".
Ne consegue che la responsabilità non si limita alla propria condotta, ma si estende anche alla mancata adozione di misure idonee a fronteggiare situazioni di pericolo che si presentino come ragionevolmente prevedibili.
La prevedibilità del comportamento altrui diventa così il parametro decisivo per stabilire la colpa. L'utente della strada deve quindi:
valutare attentamente le condizioni del traffico;
prevedere condotte di guida imprudenti o distratte se compatibili con le circostanze di tempo e luogo;
adottare misure di prudenza idonee a prevenire incidenti.
La Corte ha quindi temperato il principio di affidamento, ponendo l'accento sulla responsabilità individuale di adattare la condotta ai rischi concreti della circolazione.