Con la sentenza n. 21280 del 2025 (sotto allegata), la terza sezione penale della Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire i presupposti applicativi dell'art. 131-bis del codice penale, relativo alla causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha ribadito che l'accertamento della tenuità richiede un giudizio complesso e integrato, da effettuarsi sulla base di una valutazione congiunta di più elementi, così come previsto dall'art. 133, comma 1, c.p.
Secondo la Suprema Corte, "ai fini della configurabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'articolo 131-bis c.p., il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta, che tenga conto, ai sensi dell'articolo 133, primo comma, c.p., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell'entità del danno o del pericolo".
Non basta, dunque, una condotta apparentemente lieve per giustificare l'applicazione della norma: è necessario esaminare l'intero contesto in cui si è svolta l'azione, comprendendo anche l'intensità del dolo o della colpa e le conseguenze per la persona offesa.