Queste prestazioni sono pensate per fornire un aiuto a chi si trova in una situazione di difficoltà economica a causa di una disabilità, indipendentemente dal fatto che abbiano versato contributi lavorativi. Sono legate al concetto di "invalidità civile". I requisiti principali sono la percentuale di invalidità riconosciuta, l'età, la residenza e, molto importante, il reddito personale (reddito da lavoro).
Le due prestazioni assistenziali principali menzionate nelle fonti sono: Assegno e Pensione.
Discussione a parte merita l'indennità di accompagnamento, che non prevede limiti di reddito nè limiti di età ed è compatibile con tutte le prestazioni, sia assistenziali che previdenziali.
Queste prestazioni sono legate alla storia lavorativa della persona e richiedono il versamento di contributi. Oltre a una condizione di salute che riduce o annulla la capacità lavorativa, è fondamentale aver accumulato un certo numero di contributi previdenziali. La valutazione sanitaria è effettuata dalla Commissione Medica Legale dell'INPS.
Le due prestazioni previdenziali menzionate sono:
Questa viene concessa a chi si trova in una situazione di assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa a causa di problemi di salute. Oltre a questa grave condizione di salute, è necessario aver versato almeno 260 contributi settimanali (equivalenti a circa cinque anni di contributi e assicurazione), di cui almeno 156 (tre anni) nei cinque anni precedenti la domanda.
Questo beneficio è per chi ha una capacità di lavoro ridotta in modo permanente a meno di un terzo rispetto a occupazioni adatte alle proprie attitudini. Anche in questo caso, per ottenerlo è necessario aver versato almeno 260 contributi settimanali (cinque anni), di cui almeno 156 (tre anni) nei cinque anni precedenti la domanda.
Queste prestazioni previdenziali, a differenza di quelle assistenziali, non sono subordinate al possesso di un requisito reddituale specifico per essere concesse.
La risposta dipende da quale prestazione di invalidità civile si percepisce. Il nostro ordinamento ha dato più risalto in questo caso alla persona che ha perso completamente la capacità lavorativa. Vediamo come.
L'assegno mensile di assistenza (quello per invalidità civile tra 74% e 99%) non è compatibile né cumulabile con le prestazioni previdenziali come l'assegno ordinario di invalidità o la pensione ordinaria di inabilità. Questo significa che non si possono ricevere contemporaneamente.
Chi percepisce la pensione di inabilità civile (quella per invalidità civile al 100%) può cumulare questa prestazione con l'assegno ordinario di invalidità e la pensione ordinaria di inabilità.
Anche se chi ha il 100% di invalidità civile può ricevere sia la pensione di inabilità civile che una prestazione previdenziale (assegno o pensione ordinaria), c'è un limite di cumulabilità dovuto a motivi reddituali.
Ricordate che la pensione di invalidità civile ha un tetto reddituale (Euro 17.920,00 per il 2023). Le prestazioni previdenziali (assegno ordinario o pensione ordinaria di inabilità) costituiscono reddito ai fini del calcolo di questo limite.
Quindi, se la somma della prestazione previdenziale percepita (o di altre fonti di reddito) supera il limite di reddito annuale previsto per la pensione di invalidità civile (Euro 17.920,00 per il 2023), si perde il diritto a ricevere la pensione di invalidità civile, anche se si continua a ricevere la prestazione previdenziale (che, come detto, non ha un limite di reddito suo per essere concessa).
In sintesi, le prestazioni di invalidità civile (assistenziali) e quelle previdenziali sono diverse per requisiti (soprattutto per la necessità o meno di contributi lavorativi) e per come sono soggette a limiti di reddito. È importante distinguere tra l'assegno mensile di assistenza (invalidità civile 74-99%), che non è compatibile con le prestazioni previdenziali, e la pensione di inabilità civile (invalidità civile 100%), che è compatibile, ma con la fondamentale avvertenza che il reddito derivante dalla prestazione previdenziale può far superare il limite di reddito e quindi far perdere il diritto alla pensione di invalidità civile. Comprendere queste differenze è cruciale per i beneficiari e per chi li assiste.