Pensione e adeguamenti alla speranza di vita
A partire dal 2012, ovvero dalla riforma Fornero, i requisiti anagrafici per accedere alla
pensione di vecchiaia si sono gradualmente innalzati, stante i periodici
adeguamenti alla speranza di vita, fino a giungere all'equiparazione dell'
età pensionabile di uomini e donne che, nel 2019, è fissata in 67 anni.
Pensione: rilievi Istat e speranza di vita
La variazione dell'
età pensionabile è strettamente correlata ai
rilievi ISTAT sulla speranza di vita che hanno riflessi anche in materia previdenziale. In particolare, quelli rilasciati in relazione all'anno 2018 risultano essere positivi e ciò significa che gli
italiani sono sempre più longevi.Nel suo rapporto annuale, pubblicato lo scorso 20 giugno, l'istituto stima che nel 2018 la vita media sia stata di 80,8 anni per gli uomini e di 85,2 anni per le donne. La speranza di vita alla nascita, invece, ha raggiunto lo scorso anno gli 83 anni, in crescita dunque rispetto agli 82,7 anni del 2017
Sulla valutazione dell'
età pensionabile, in particolare, pesa il valore della speranza di vita a 65 anni, che l'ISTAT ha fissato a 20,9 anni nella media tra maschi e femmine. Tale dato diviene parte della formula che consente di determinare l'incremento da applicare dal 2021, ovvero per il biennio successivo al 2019-2020
Fino al 2022 in pensione a 67 anni
Dai dati statistici, in particolare, giungono le prime conferme circa il
mantenimento dell'età di uscita dal lavoro, con la
pensione di vecchiaia, a 67 anni per gli anni 2021 e 2022.
Come anticipa il Sole 24 Ore, l'età di 67 anni rimarrà valida fino a fine 2022. Il limite anagrafico sarebbe stato confermato con un decreto ministeriale che si è interfacciato alle rilevazioni dell'ISTAT sulla speranza di vita accertata a consuntivo per l'intero biennio 2017-2018. Si tratterebbe di una una variazione risultata inferiore a un mese.
Invece, stando ai requisiti stimati, a titolo esemplificativo, dalla Ragioneria generale dello Stato nel Rapporto sulla spesa pensionistica pubblicato in settembre, il requisito minimo potrebbe aumentare di tre mesi nel biennio 2023-2024.
Stabilita la nuova
età pensionabile, il Ministero del Lavoro renderà noti anche i coefficienti di trasformazione con cui il montante contributivo di ciascun lavoratore viene tramutato in assegno di pensione. Non resta che aspettare le comunicazioni ufficiali da parte dell'ISTAT e la pubblicazione dell'atteso decreto ministeriale.